A Palazzo Ferrajoli il dibattito sulla scuola

Il 28 gennaio si è tenuta a Palazzo Ferrajoli la convention sull’istruzione “La nuova normativa scolastica. Promozioni e bocciature…”. La serata è stata ricca di spunti di riflessione sulla direzione che la didattica in Italia sta prendendo in seguito alla riforma in atto. Fra i vari punti trattati interesssante la discussione sorta intorno al tema della “gender education”.

Palazzo Ferrajoli

Il tavolo di discussione è stato aperto da Cristina Siciliano, presidente del Premio Curcio: “Il Gruppo Armando Curcio si è sempre interessato di scuola, di formazione soprattutto delle nuove generazioni e in base a questi principi negli ultimi anni la nostra esperienza editoriale si è arricchita di due importantissime iniziative: una quella dell’Istituto Armando Curcio, questa nuova università che si muoverà nell’ambito della comunicazione e dell’editoria con l’obiettivo formare dei professionisti da subito spendibili nel mercato del lavoro nazionale e internazionale. E l’altra iniziativa è il Premio Curcio, incentrata totalmente sulla formazione pedagogica dei ragazzi di ogni ordine e grado e un evento che si rinnova nella sua X edizione che da sempre ha una capacità importante, quella di interagire con due mondi fondamentali nell’ambito della formazione dei ragazzi: la scuola e la famiglia. Il Premio Curcio è stato capace di creare una sinergia, un network fra tutti coloro che si occupano di formazione”.

I dati presentati al convegno sullo stato dell’Italia non sono confortanti. Indagini europee fotografano il nostro paese come ultimo fra 24 paesi per quanto riguarda competenze e lettura; penultimi per competenze matematiche e capacità di risolvere problemi in ambienti ricchi di tecnologia come quelli delle società moderne; in fondo alla classifica sui saperi essenziali per orientarsi nella società del terzo millennio. Insomma in Italia, nel 2016, si torna a parlare di analfabetismo ma in questo caso “funzionale”. Oltre 1/4 degli italiani, il 28%, si piazza al livello più basso per competenze e lettura, contro il 12% norvegese. Quasi 1/3 della popolazione che legge un libro o un qualsiasi testo scritto riesce a interpretare soltanto informazioni semplici; per dati, tabelle e grafici arriviamo addirittura al 32%. Una certificazione di quanto il nostro paese sia indietro rispetto alla media europea.

Il dottor Fabrizio Azzolini, presidente dell’Age – Associazione Italiana Genitori – ha sottolineato l’importanza che nella scuola la famiglia abbia cittadinanza. In particolare l’attenzione del relatore si è concentrata sugli organi collegiali, quelli in cui la famiglia può esprimersi, che non solo non sono stati toccati dalla nuova legge ma addirittura affiancati da un organo di valutazione: i genitori che giudicano gli insegnanti. “Io non ho gradito questo – ha affermato Azzolini – il genitore non è preparato a valutare gli insegnanti, per questo ci stiamo attivando per preparare i genitori. Occorre essere pronti per collaborare con la scuola, altrimenti la scuola vedrà il genitore non come cittadino della scuola ma lo terrà sempre al di fuori”.

Un dibattito molto interessante sorto durante la manifestazione è quello riguardante la gender education, che ha fatto molto discutere l’opinione pubblica italiana.

La professoressa Paola Bisegna, ha sostenuto che il paese non sia ancora pronto per questo tipo di cambiamento: “In un elemento molto divisivo come la gender education a mio parere questo paese non è ancora pronto per certe variazioni e innovazioni, forme di rispetto, pluralismo e accettazioni di tutti. Quindi è stata una grossa difficoltà su cui noi non abbiamo puntato l’attenzione visto che nella mia scuola da sempre ci si è educati per il rispetto di tutti. Io devo comprendere, accettare, rispettare e andare avanti assieme perché quella è la società ed è di tutti. Bisogna conquistare il proprio spazio di libertà attraverso gli strumenti della conoscenza. Strumenti che se la scuola fosse lasciata libera di focalizzarsi su quello che è il suo percorso potrebbe dare, ma la scuola è affaticata da incombenze burocratiche del tutto inutili per la costruzione del sapere”.

Di differente avviso Fidel Mbanga-Bauna, giornalista del TG3 Regione Lazio, che ha affermato la necessità di affrontare quanto prima il tema della gender education, di farlo attraverso personale qualificato e una legislazione puntuale: “Non è che chiunque può arrivare nelle nostre scuole e parlare di gender education come vuole: gli americani hanno trovato un modo di parlare di questo attraverso gli psicologi, che hanno gli strumenti per farlo. Il problema dei bambini e del gender è un problema serio ma antico, non nasce oggi o con i family day, sono problemi nati con l’uomo, non tutte le persone si sentono bene nella propria pelle, andrebbero lasciate libere di scegliere come sentirsi meglio. Sarebbe il caso che chi ha la responsabilità della società provochi una reazione, attraverso la legislazione: la politica si deve sentire chiamata a determinare la legge, e si faccia presto!”

La convention è solo il primo di una serie di eventi organizzati da IAC Istituto Armando Curcio in collaborazione con il Premio Armando Curcio per le Attività Creative.

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