Autismo, inclusione e cittadinanza: storie di eroi senza mantello

Nel 2007 l’Organizzazione delle Nazioni Unite sancisce il 2 aprile come la giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo: città, piazze e monumenti si tingono di blu, il colore scelto dall’ONU come simbolo di questa patologia.

Conoscere, sensibilizzare e rendere consapevoli circa i disturbi dello spettro autistico rappresenta l’impegno di diversi psicologi e docenti specializzati, che analizzano i comportamenti delle persone affette dalla sindrome autistica o da altri problemi generalizzati dello sviluppo.

Negli ultimi anni la scuola ha assunto un ruolo determinante per le famiglie offrendo un notevole supporto per migliorare le condizioni di vita e l’inserimento sociale degli alunni.

Il mondo della scuola è molto attento e propone svariati progetti e iniziative al fine di garantire ai bambini, ai ragazzi e agli adulti con disturbi dello spettro autistico e alle loro famiglie degli interventi educativi specialistici basati su approcci, metodologie e strumenti di comprovata efficacia scientifica, sulla stregua delle Linea Guida 21 dell’Istituto Superiore di Sanità (2011) aggiornata ad ottobre 2015 e con i principi della pedagogia e della didattica inclusiva.

Esperti in Didattica Speciale, Didattica Inclusiva, ABA (Applied Behavior Analysis)CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa), TEACCH (Treatment and Education of Autistic and related Communication Handicapped Children), PECS (Picture Exchange Communication System), parent training mettono in campo percorsi specializzati volti a favorire la comunicazione e l’inclusione sociale.

Le modalità didattiche e le strategie educative destinate all’inclusione garantiscono un sostanziale miglioramento della qualità di vita del bambino, del ragazzo o dell’adulto e rispondono adeguatamente a bisogni educativi definiti speciali, che favoriscono la consapevolezza e l’acquisizione di una serie di strumenti e di capacità fondamentali per diventare un cittadino attivo.

Di esempi di cittadini attivi con disabilità che rappresentano degli emblemi per la società ne conosciamo diversi. Raccontiamo, come esempio, la storia di Aaron Cahan, 25enne americano affetto dalla sindrome autistica, diagnosticata all’età di 2 anni. Nonostante non possa parlare, Aaron è riuscito a far salvare un bambino di 18 mesi che annegava in una piscina nel vicinato.
Il suo unico modo di comunicare con gli altri è attraverso l’i-Phone: grazie alla sua prontezza ha contattato la polizia su Facebook, ha postato una foto del luogo in cui si trovava e dell’evento che stava accadendo, consentendo l’intervento dei soccorsi e il salvataggio del bambino.

Non bisogna mai sottovalutare il contributo e il sostegno offerti da un giovane cittadino attivo. Di storie come quella di Aharon, fortunatamente, ne conosciamo diverse e tutte dimostrano quanto sia significativo il contributo offerto da giovani cittadini coraggiosi e altruisti che, comportandosi come degli eroi senza mantello, oppure, stando alla definizione dell’autrice Vittoria Iacovella, da veri  e propri “Rompiscatole”, rappresentano un valido e ammirevole supporto per la società.