Barbara Riccardi, l’unica finalista italiana del Global Teacher Prize 2016

Barbara Riccardi ha 49 anni e fa l’insegnante in una scuola elementare della periferia di Roma. Ma non è una docente qualunque, è l’unica finalista italiana all’edizione 2016 del Global teacher Prize, definito il Nobel degli insegnanti. Il premio, fondato dal filantropo miliardario di origini indiane, Sunny Varkey, assegna ogni anno un premio di un milione di dollari al professore eletto più meritevole al mondo. L’iniziativa, a detta del suo ideatore, ha l’obiettivo di omaggiare quegli insegnanti speciali che mettono passione e impegno nella propria professione per valorizzare il ruolo degli educatori nella formazione delle nuove giovani menti.

La candidatura della Riccardi è stata accettata, a detta della fondazione, “per la sua capacità nel creare legami tra studenti di diverse culture e Paesi, attraverso programmi di scambio e progetti di inclusione”. L’insegnante è infatti da anni impegnata nella creazione di legami culturali con la Francia, attraverso scambi fra gli studenti di elementari e medie con i coetanei parigini. L’entusiasmo della Riccardi non si ferma qui: la docente tra una lezione e l’altra ha istituito l’abitudine di far sedere i bambini in cerchio per parlare dei loro problemi, intavolare discussioni e crescere insieme. Inoltre ha creato una rivista online, La scuola possibile, dove con la collaborazione dei colleghi racconta le esperienze in classe, parla di libri, cultura e ovviamente di inclusione. E ancora il Tg Scuola che mette alla prova gli alunni con ricerche, creazioni di video e interviste; l’orto scolastico, per coinvolgere i bambini, con la supervisione dei nonni e della protezione civile; lapartnership con una scuola del Kenya per dare vita a un libro di racconti ed esperienze, sfruttando la capacità di mediazione di due suoi alunni africani. Insomma un vulcano di idee a cui tutti riconoscono la capacità non comune di «fare rete, costruire circoli virtuosi di collaborazione».

Il Global teacher Prize inoltre non sarebbe per la Riccardi il primo riconoscimento alla carriera: nel 2010 ha ricevuto una medaglia al merito dal presidente della Repubblica per un progetto anch’esso volto all’inclusione, l’organizzazione di campi estivi per bambini di famiglie senza mezzi. Nel caso riuscisse ad aggiudicarsi anche il premio internazionale le sarebbe conferito nel marzo 2016. Un milione di dollari è una bella somma, come la utilizzerebbe? «Aprirei uno spazio polivalente – ha affermato – aperto anche al pomeriggio, per lo sport e i corsi di recupero per i bambini stranieri». Inoltre li dedicherebbe a un po’ di manutenzione scolastica, agli infissi e all’impianto di riscaldamento della scuola, dotandola anche di lavagne elettroniche. Non resta quindi che augurare buona fortuna alla nostra candidata al Global teacher Prize, il cui operato è già motivo di orgoglio per la scuola italiana.