IL FESTIVAL MOTUMUNDI: COMUNICARE LA SOSTENIBILITÀ

Curcio Sostenibilità

Difficoltà o impossibilità di accesso all’acqua, fenomeni naturali catastrofici, malattie e disturbi legati all’inquinamento, biodiversità messa a rischio, interi ecosistemi compromessi: questa realtà va comunicata nella sua concretezza, discussa, affrontata. Cercare delle soluzioni puntando sulla sostenibilità, non vuol dire appoggiarsi a un concetto astratto, legato prettamente all’ambito ecologico: significa tenersi pronti a riconsiderare un intero sistema economico, politico, sociale, culturale e individuale. La ricerca di soluzioni basate sulla sostenibilità è ciò su cui si fonda il festival Motumundi, quest’anno alla sua prima edizione.

Per comunicare la sostenibilità parliamo concretamente dei danni ambientali

Espressioni quali “danni ambientali”, “catastrofi ecologiche”, “inquinamento in aumento” spesso rappresentano astrazioni che faticano a trasferire la portata di ciò che accade effettivamente nella realtà: ci rivelano un problema ma non la sua essenza, la sua concretezza, lo spavento che dovrebbe accompagnarlo. Allora, un passo per rendere tutto più chiaro potrebbe essere quello di rivelare i problemi più concretamente, di parlare per immagini, di proiettare di fronte a noi la sostanza. Perché “danno ambientale” ad esempio si può tradurre, talvolta, in pallidezza, sbiancamento. Immaginare, vedere di fronte ai proprio occhi qualcosa impallidire, sbiancare, soffrire veicola con maggiore efficacia il messaggio: d’altronde il fenomeno dello sbiancamento ha colpito più del 90% dei coralli della Grande barriera corallina australiana. La perdita di quelle esplosioni di colore, di quei pigmenti così accessi, vivaci è, in molti casi, preludio alla morte di quegli organismi e delle formazioni a essi connesse. E non si tratta solo della morte dei coralli ma di tutta la vita che li abita: la morte di un ecosistema, l’interruzione di un flusso intero di esistenza, lo spezzarsi di un legame. In un’intervista Vandana Shiva, scienziata e ambientalista fortemente attiva nella tutela della biodiversità e dell’ambiente, mi colpì molto quando disse che la sua tesi di dottorato in fisica si basava proprio sull’interconnessione degli elementi, sulla loro inseparabilità. Mi portò a ragionare sul modo in cui l’essere umano stia causando a sé stesso lo smacco più grande: sta spezzando la relazione fra gli elementi e sta mancando di riconoscere il ciclo in cui lui/lei stesso/a è inserito/a.

Le tematiche e le finalità del festival Motumundi

Esistono delle realtà che mirano proprio a ricostruire una relazione sana tra gli elementi e a dare avvio a un confronto sulle modalità con le quali riattivare un ciclo rigenerativo e non distruttivo: una di queste realtà è rappresentata dalla Vitale Onlus e dal festival Motumundi.

Accedendo al sito dedicato al festival si entra sin da subito all’interno di un panorama nel quale le immagini di ciascuna sezione con le loro onde, distese verdi, paesaggi di montagna e la terra dai colori del fuoco vista dall’alto, sembrano richiamare i 4 elementi e la connessione tra ognuno di essi. All’interno dell’area riservata al festival nella sezione Topic si possono trovare le tantissime tematiche da prendere in considerazione allo scopo di creare un cambiamento in un’ottica di sostenibilità. Scorrendo sui diversi argomenti, vediamo aprirsi di fronte a noi dei piccoli riquadri, attraverso i quali possiamo leggere delle interessanti indicazioni sugli innumerevoli interventi necessari in ciascun settore del sistema produttivo, energetico, economico e sociale per attuare un cambiamento reale nel nostro rapporto con l’ambiente e le risorse naturali. Un altro elemento molto interessante, presente in fondo alla pagina dedicata al festival, è un’immagine il cui sfondo è caratterizzato da coralli ancora in salute e la cui scritta in evidenza, «I rischi di non agire immediatamente», è seguita da allarmanti dati sulle conseguenze del riscaldamento globale. Andiamo infine sulla sezione Clima News, dove spicca lo slogan di grande impatto «There is Not Planet B» e dove vediamo raccolta una grande quantità di articoli, report e studi della Nasa e Legambiente grazie ai quali rimanere sempre aggiornati.

Il festival Motumundi

Il festival Motumundi è un evento annuale che ha luogo in Toscana precisamente nel borgo di Craviglia, un contesto paesaggistico suggestivo e di grande impatto che rappresenta la cornice perfetta di questa manifestazione legata ai temi di clima, ambiente e sostenibilità. Il festival si configura come un dialogo tra scienziati, personalità del mondo della cultura e dell’informazione, imprenditori green e studenti sui pilastri fondamentali della lotta al cambiamento climatico. I panel intrecciano il tema dell’ambiente a diversi ambiti: scienza, politica, tecnologia, migrazioni, istruzione, imprenditoria, lavoro, ambiente, fauna. Si va così a creare uno spazio di confronto e di creazione con l’obiettivo di innescare non solo un cambiamento ambientale rigenerativo ma anche un rinnovamento delle coscienze.

L’evento viene promosso dalla Vitale Onlus nata prefiggendosi iniziative di promozione culturale e artistica e attività volte alla sensibilizzazione nei confronti della tutale ambientale e alla valorizzazione del patrimonio artistico. Il presidente dell’Associazione è Roberto Vitale e il comitato d’onore e scientifico vanta la presenza di personalità del mondo accademico e diplomatico e figure fortemente impegnate nella protezione dell’ambiente.

Il Premio Motumundi 2020

Il vincitore del Premio Motumundi 2020 è stato il climatologo Filippo Giorgi, membro del board del comitato vincitore Nobel per la Pace 2007 insieme ad Al Gore, nonché componente dell’organo esecutivo del Comitato intergovernativo per i cambiamenti climatici dell’Onu. Inoltre, a Sting è stato conferito il Premio per l’Umanità Motumundi, a testimonianza del grande impegno che l’artista ha da lungo tempo dimostrato a difesa dell’ambiente sia attraverso iniziative di sensibilizzazione sia attraverso la creazione di una fondazione, volta alla protezione delle foreste pluviali e delle popolazioni che le abitano.

Insomma, questa manifestazione vede la sua prima edizione in un anno davvero complicato, in cui rivalutare il modo in cui viviamo sembra quanto mai urgente. Creare dei dibattiti sul modo in cui attuare questa rivalutazione e questa rivoluzione dei nostri stili di vita, della nostra economia e della politica ci può aiutare e indirizzare. Speriamo quindi che le prossime edizioni di questo evento possano prendere piede in un mondo non solo libero, finalmente, dall’emergenza sanitaria ma anche avviato verso un cambiamento rigenerativo concreto.

Flavia Palieri