Le traduzioni italiane de “Lo straniero”

Pubblicato per la prima volta nel 1942 dalla casa editrice francese Gallimard, L’ Étranger di Albert Camus è un romanzo cardine della letteratura mondiale. Cinque anni dopo la sua prima uscita, l’editore milanese Bompiani pubblica l’opera con il titolo Lo straniero. La traduzione è curata dal ventisettenne Alberto Zevi.

Diversità nelle traduzioni italiane de Lo straniero

Per le sue tematiche esistenziali Lo straniero è considerato un romanzo attuale ma anche molto complesso. Pertanto, non sorprende che siano trascorsi ben 68 anni tra la sua prima edizione italiana e la nuova traduzione pubblicata nel 2015 a cura dell’autore Sergio Claudio Perroni, sempre per editore Bompiani, con introduzione del noto scrittore Roberto Saviano.

Tra le due versioni ci sono notevoli differenze. Ciò non stupisce, considerando che già il profilo dei due traduttori rivela una certa diversità: Zevi, quasi coetaneo di Camus al tempo della scrittura del romanzo, segue poi una carriera diversa lanciandosi nel campo dell’imprenditoria. Perroni, al contrario, si dedica in pieno all’attività letteraria in qualità di traduttore, agente letterario e scrittore di numerosi romanzi.

Differenze di registro nelle traduzioni italiane de Lo straniero

Si percepisce quindi come il registro utilizzato possa essere diverso, più attuale nella versione di Perroni. Ciò si evince, ad esempio, dalla scelta di utilizzare il “Lei” piuttosto che il “Voi” o anche nell’utilizzo dei tempi verbali per cui Perroni cerca di evitare, per quanto possibile, il passato remoto. Una formula diversa viene applicata anche su altri elementi del testo, come l’ordine delle parole già a partire dall’incipit, o l’uso degli articoli.

Il dibattito sul titolo dell’opera

Un’altra questione fondamentale è proprio il titolo del romanzo, il cui dibattito riguarda la scelta del termine “estraneo”, più letterale e calzante rispetto al significato del testo, oppure “straniero”, dal suono musicale, termine con cui, alla fine, la notorietà dell’opera si è consolidata nel tempo. Nonostante le numerose discussioni, la decisione finale è stata quella di lasciare il titolo invariato.

Affrontare la ritraduzione di un testo, la cui versione italiana originale è stata per ben 68 anni l’unica conosciuta e studiata, presa inoltre ad esempio per le opere teatrali rappresentate con successo, è sicuramente stata un’azione coraggiosa.
Tale evento, tuttavia, non ha suscitato la meritata attenzione, in mancanza di una forte pubblicità a livello mediatico. A due mesi dalla nuova edizione, però, l’opera è stata ripubblicata e continua a essere venduta e apprezzata. La traduzione di Perroni, inoltre, vanta di essere stata inclusa nella shortlist dei finalisti della IX edizione del Premio Von Rezzori.

Caterina Leoci