PERICOLOSE CONSEGUENZE DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO

Curcio Ambiente

Il ghiaccio marino artico nel mare di Laptev non si è ancora formato: è colpa del cambiamento climatico

Al largo della costa nord occidentale della Siberia, il ghiaccio marino artico nel mare di Laptev non si è ancora formato. Il congelamento annuale di una parte di Oceano Artico non è ancora iniziato e per la prima volta la temperatura delle acque è al di sopra di 5 gradi rispetto alla media stagionale. Gli scienziati, che si occupano dei rischi del riscaldamento globale, sono preoccupati. I repentini cambiamenti climatici, sempre più frequenti negli ultimi anni, hanno determinato la mancata produzione di nuovo ghiaccio stagionale. Se non si decide di intervenire al più presto si stima che, nei prossimi anni, l’Artico sarà completamente privo di ghiaccio, il clima nell’emisfero nord cambierà radicalmente e le specie animali che lo abitano saranno a rischio estinzione. Pericolose conseguenze per gli equilibri ecologici.

La culla dei ghiacci artici, fondamentale per il plancton

Secondo i ricercatori, il maggiore afflusso di correnti calde provenienti dall’oceano Atlantico, hanno influito sulla formazione del preziosissimo ghiaccio marino artico. Ma cosa comporterà la mancata produzione di nuovo ghiaccio stagionale? Il mare di Laptev sarà più facilmente navigabile, ma anche maggiormente a rischio di devastazione ambientale. Esso ha inoltre un ruolo fondamentale perché è «la culla dei ghiacci artici». Il ghiaccio che si forma lungo la sua costa spostandosi verso ovest, trasporta sostanze nutritive. Se il ghiaccio nel mare di Laptev si formerà in ritardo e si scioglierà prima, le sostanze nutritive non riusciranno a raggiungere lo stretto di Flam e il plancton verrà quindi privato di importanti nutrienti.

Un segnale allarmante che inciderà sull’ecosistema

Il cambiamento climatico, che ha interessato il mare di Laptev, è sicuramento un segnale allarmante. Da un lato, ha inciso notevolmente un’ondata di caldo record proveniente dal nord della Russia e dall’altro il fatto che, lo scorso inverno, la fusione dei ghiacciai sia avvenuta in anticipo rispetto al solito. Le elevate temperature sono state devastanti sulla terraferma e causa di numerosi incendi che, nei mesi di giugno, luglio e agosto, hanno interessato la Siberia. Gli oceani rilasciano molto lentamente il calore che assorbono nei mesi più caldi e questo incide negativamente sulla formazione dei ghiacci. Secondo gli scienziati, nel 2050 potremmo assistere alla prima estate senza ghiaccio e questo comporterebbe una variazione dell’ecosistema. L’uomo è un’arma in grado di distruggere e le sue azioni incondizionate sull’ambiente comportano continui disastri ambientali.

Elisa Sgavicchia