Saura: come nasce un romanzo per ragazzi

Saura, di Tea Ranno, è la storia di un viaggio introspettivo, alla scoperta di se stessi, in una serie di rapporti vitali tra l’io e il reale, tra il “Mondo di Dentro” e ‘‘il Mondo di Fuori”.

La redazione di Letteratitudine, nello spazio dedicato alla “letteratura per ragazzi“, ha chiesto alla nostra autrice Tea Ranno di parlare della genesi di Saura. Le stanze del cuore”. Ecco cosa ha raccontato.

COME NASCE UNA NARRAZIONE PER RAGAZZI

Una storia per ragazzini? E come si scrive? Io scrivo per i bambini da quand’ero bambina, per i grandi da trent’anni, per i ragazzini mai. Come si fa? Che lingua si usa? Che storie vogliono ’sti decenni/dodicenni supertecnologici, che s’invetrano davanti a un tablet e s’intruppano in giochi che magnetizzano la mente e li portano a pensare acceleratissimo, a sbuffare quando la connessione è lenta, a scartare tutto quello che non è, in un qualche modo, game?
Non lo so.


Game, tablet, mondi virtuali che incastrano, s’avviluppano e imprigionano in una solitudine che rende più complicati i rapporti umani, che spesso portano a un disorientamento, un senso di inadeguatezza e d’infelicità di cui gli adulti parlano fino alla nausea in tavole rotonde alla tv.
Il punto di vista degli adulti non mi interessa. Che storia mi racconterei se fossi una dodicenne supertecnologica che ha tutto ma non è felice?
«Lui è il bimbo delle dodici tate», mi disse un giorno Laura tornando da scuola. «Sua mamma e suo papà sono dottori. Lui odia le tate».
«Mia mamma lavora con Facebook» mi disse una bambina di una classe in cui ero andata a raccontare la contentezza, «non ha il tempo di farmi le coccole». Poi, dopo due ore di chiacchiere e abbracci: «Vorrei che fossi tu la mia mamma!».
Ahi!
Una bimba con le mani devastate da croste e lesioni: «Sono state le zanzare» rispose alla domanda di cosa le fosse capitato. Ma la maestra, in un sussurro: «Non è vero. È lei che si provoca le ferite… Per attirare le attenzioni dei genitori».
Ragazzini infelici. Che hanno troppo ma non quello che desiderano.
Ma cosa desiderano per davvero?
Sarebbe bello fare un viaggio con loro, in loro: un viaggio interiore, di formazione, come dicono gli adulti. L’idea mi sembra banale, sfruttata, e però…

È mattina, piove, sono sola. Penna, quaderno e tempo a volontà. Penso a un nome, che però non viene. I nomi, quando si scrive, sono tra gli elementi più difficili da trovare: connotano i personaggi prima ancora che tu li metta in scena. Mi vengono in mente, giusto per scartarli, quelli delle mie figlie: Sara e Laura. Mi torna in mente quello che succede quando le chiamo in fretta: Saralaura Saralaura Saralaura… Saura!
“Saura” scrivo. E subito: “Ma puoi chiamare una bambina Saura?”.

L’INIZIO DI UN VIAGGIO

Il viaggio di Saura e le motivazioni per le quali lo intraprende sono indagati a fondo in una recensione di una nostra collaboratrice, che riportiamo qui, in parte, e che vi invitiamo a leggere integralmente sul suo blog Emozioni in carta.

Saura ha ragione. Saura è una ragazza che fin da bambina ha passato più tempo con le tate che con i suoi genitori. Quello che non sa però è che ci sono lavori che non sono uguali ad altri, alcuni sono semplici lavori altri sono una scelta di vita. Tutti i lavori sono importanti ma alcuni lo sono di più e i suoi genitori hanno scelto quelli più importanti. La mamma di Saura opera i bambini che sono in fin di vita e il suo papà mette in carcere i cattivi. Nessuno dei due può scegliere gli orari di lavoro perché quando ci sono delle urgenze mica si possono far morire dei bambini o far scappare dei delinquenti. Anche oggi mentre stavano per fare dei biscotti la sua mamma è stata chiamata e Saura è dovuta nuovamente rimanere con la tata. La rabbia di Saura diventa esplosiva e il dolore che prova sembra bucarle il petto. Guardandosi attentamente Saura vede un buco al posto del cuore e senza poter fare nulla una mano esce da quel buco e la trascina dentro di se. E’ questo l’inizio per Saura di un viaggio nelle stanza del suo cuore, alla scoperta del dolore e della rabbia dell’abbandono. Ma Saura avrà anche modo di capire i suoi sbagli, i suoi errati comportamenti con le tate e con la sua parte di bambina. Un meraviglioso viaggio all’interno del cuore di Saura, una ragazza come tante che soffre il poco tempo che i genitori le dedicano. L’autrice con maestria racconta il difficile salto dall’eta bambina a quella adolescente dove è possibile iniziare a comprendere il complicato mondo degli adulti. Un racconto che è quasi una favola tra illusioni ed emozioni, scritto da una maestra dei sentimenti, un’autrice sensazionale che sa esprimere con le parole ciò che il cuore dice ad ogni battito. Questo libro non è solo per bambini o ragazzi ma anche per gli adulti perché proprio loro più che i bambini avrebbero bisogno di essere messi di fronte alle conseguenze delle loro azioni. Se tutti avessimo l’opportunità di Saura allora sono sicura che il mondo sarebbe un posto migliore.