Uno degli argomenti protagonisti che contribuisce ad animare l’attuale dibattito in ambito psicologico, pedagogico e didattico, sono le emozioni. A tal proposito, si argomenta parecchio di Intelligenza emotiva, tematica ancora piuttosto sconosciuta per i non-addetti ai lavori ma di fondamentale importanza, visto il periodo storico che si sta attraversando.
Il problema dell’ignoranza a riguardo, però, vuole e deve essere risolto dal principio.
Cosa significa? Quanti di noi sono davvero a conoscenza di cosa siano le emozioni?
LA FORMA DELLE EMOZIONI
Una consapevolezza riguardo un evento scatenante, che può essere interno come un pensiero o una sensazione corporea, o esterno, come il capo che ci urla contro, dà luogo a una serie di modificazioni a livello del sistema nervoso. Alterazioni di questo tipo, comporteranno necessariamente cambiamenti sulla frequenza cardiaca, nella temperatura corporea, nell’attivazione muscolare e nel livello di ossigeno nel sangue. A mediare poi, tra l’avvenimento in sé e l’attivazione del corpo, subentrano i pensieri, a definire davvero la nostra percezione delle emozioni.
A COSA SERVONO?
Affrontare questa tematica non è mai stato così attuale. I contesti sociali ci vogliono sempre più attenti, dinamici, veloci e, soprattutto, efficienti: se queste soft skills non rientrano nel nostro essere, siamo lasciati irrimediabilmente indietro. Sarà facilmente intuibile come, ovviamente, questo tipo di pressioni possa arrivare a costituire un’enorme fonte di stress che rende difficile gestire il “sistema emozioni”, un sistema sinergico che vede ogni membro dipendere dall’altro. Per questo è rilevante gestirlo. Tutte le emozioni sono quindi utili e, anzi, indispensabili da un punto di vista evolutivo: in un certo senso ci servono a sopravvivere. Senza emozioni non potremmo cavarcela. Per esempio, senza paura non ci fermeremmo al semaforo rosso; senza rabbia non ci difenderemmo qualora ci rubassero la macchina sotto il naso, senza la tristezza non riusciremmo a elaborare i lutti e le perdite che segnano la nostra vita e così via.
FUNZIONI FONDAMENTALI
Stando alle affermazioni della dott.ssa Ivana Bernardotti alle emozioni sono da attribuire tre funzioni fondamentali, strettamente connesse agli elementi di autocontrollo su cui la visione di intelligenza emotiva teorizzata da Goleman si concentra.
- Preparano fisicamente ad agire. Sono risposte rapide, involontarie e ci spingono a mettere in atto un determinato comportamento fondamentale per la nostra sopravvivenza. Ci fanno risparmiare tempo e agire immediatamente.
- Comunicano agli altri come ci sentiamo. Le espressioni facciali, il tono della nostra voce, la nostra postura, i gesti e le nostre azioni forniscono a chi ci sta intorno un segnale importante di come stiamo.
- Comunicano come stiamo a noi stessi. Sono segnali che ci avvisano di come stiamo e che ci dicono se stiamo o meno raggiungendo i nostri obiettivi personali, affettivi e interpersonali.
(https://psiche.cmsantagostino.it/2018/09/03/a-che-cosa-servono-le-emozioni/)
Le emozioni, tirando le somme, costituiscono il nostro quotidiano, e hanno un ruolo fondamentale a livello evolutivo: servono a proteggerci, a riconoscere i pericoli e a difenderci da essi. Quando però viviamo un’emozione troppo intensamente o quando non riusciamo a riconoscerla e decifrarla, la nostra fragilità si palesa e il nostro essere viene messo in pericolo, e quello che conta è scampare a esso.